Lunga e travagliata è la storia della Fiumara d’arte, un complesso di opere sparpagliate nei pressi di Tusa, a ridosso dell’omonimo fiume.
Infatti, sebbene i lavori della prima opera siano stati commissionati nel 1982, solo dopo 25 anni di complicate vicende giudiziarie fatte di sequestri, multe e condanne, la Fiumara d’arte è stata finalmente dichiarata parco.
In cima ad una montagna e alla fine di una tortuosa strada di campagna, circondata da alberi di ulivo, sorge una piramide che sembra quasi essersi materializzata all’altezza del 38esimo parallelo.
Relativamente piccola, ma allo stesso tempo imponente.
La piramide, come un faro al contrario, proietta al proprio interno la luce del sole: un omaggio alla vita da parte dell’artista Mauro Staccioli.
La strada non è asfaltata e anche se a tratti avrete quasi l’impressione di esservi persi nel nulla,
non temete, non accadrà: le indicazioni sono chiare e precise.
Vi perderete invece, almeno metaforicamente, all’interno del “Labirinto di Arianna”.
Notoriamente simbolo di smarrimento e perdita di sé stessi.
Si entra e si esce dal labirinto così come lo si fa nella vita.
All’interno delle mura, nel centro esatto del labirinto, c’è un piccolo alberello, custodito come il più prezioso tra i segreti, un simbolo di maternità e fecondità.
È come se la vita fosse tutta lì, all’interno di quei cerchi quasi concentrici che si racchiudono in se stessi, come un feto all’interno del ventre materno.
Tutte le opere sono una riflessione sull’esistenza,
una costruzione sul labile confine tra vita e morte, tra il primo e l’ultimo respiro.
E proprio la morte è stata il motore che ha dato vita alla creazione della Fiumara.
Antonio Presti, sconvolto dalla morte del padre, nel 1982 commissionò a Pietro Consagra l’opera “La materia poteva non esserci” (inaugurata nel 1986), in memoria del genitore defunto.
Ad un altro defunto è dedicata la seconda opera realizzata per la Fiumara d’arte ovvero “Monumento per un poeta morto”, un omaggio alla memoria del fratello dell’artista Tano Festa.
L’opera è meglio conosciuta come “Finestra sul mare” proprio perché si tratta di una gigantesca finestra di 18 metri che invano tenta di incorniciare l’orizzonte d’acqua salata.
A pochi km dalla finestra, sotto il blu del cielo, ma non eccessivamente lontano da quello del mare, è collocata “Energia mediterranea”.
Una collinetta dalla forma e il colore delle onde, realizzata nel 1990 dall’artista Antonio Di Palma.