Dopo più di un mese a Monaco di Baviera e le fughe a Berlino e Praga,
torno a Palermo e torno a scrivere di Palermo.
Sebbene la primavera non sia ancora terminata, torno in una città già pienamente estiva.
In una città (e in un’isola in generale) in cui per la maggior parte dell’anno ci sono altissime temperature, il sole irradia ogni cosa e sembra quasi di vivere in un paradiso terrestre.
Palermo è stata nominata “capitale della cultura 2018”, lo sappiamo già da mesi.
Una cultura che è il meraviglioso risultato del mescolarsi di culture diverse.
Palermo è la città del sole e del mare, ma anche dell’arte, della musica, della tradizione.
E per celebrare questo riconoscimento sono previsti tantissimi eventi.
I numeri sul sito ufficiale parlano chiaro:
783 appuntamenti,
83 eventi nazionali,
132 concerti,
72 mostre,
12151 artisti.
Ed io aspetto di rivedere la Palermo che amo di più, quella invasa da turisti.
Non posso che essere fiera di questa città che è stata a lungo maltrattata,
ma adesso si mostra nobile e fiera, nonostante le cicatrici.
Una città che finalmente ha l’attenzione che merita per le giuste motivazioni,
che al momento sento essere al centro del mondo e che mi azzarderei a definire iperbolicamente “caput mundi”.
Palermo è una città totalizzante, perfetta per qualunque tipo di turismo.
E allora venite a scoprirla. O, se già ci vivete, uscite per strada.
Mettetevi in fila per un museo, fate un aperitivo a Ballarò, partecipate al festino di Santa Rosalia o semplicemente guardate il sole tramontare sulle barche della Cala.
Vivete Palermo, perché non vi deluderà.